E’ partita , davanti ai cancelli della Piaggio a Pontedera, la raccolta firme su scala nazionale per la proposta di legge che garantisca sicurezza nei luoghi di lavoro. ll cuore dell’iniziativa consiste nell’introduzione, con la creazione dell’articolo 589-quater, appunto del reato di omicidio sul lavoro. “Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona con violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali è punito con la reclusione da cinque a dieci anni”, viene scritto nel testo.
La proposta di legge di iniziativa popolare, che potrà essere sottoscritta nelle postazioni fisse e, dal prossimo mese, anche con firma digitale sul sito leggeomicidiosullavoro.it, necessita di 50mila firme per cominciare l’iter legislativo.
Presente all’iniziativa anche Emma Marrazzo, madre di Luana D’Orazio morta a soli 22 anni sul lavoro. “Sicurezza è tornare a casa vivi dal lavoro – spiega Marrazzo – Sono passati anni dalla morte di mia figlia, ma vedo che non è cambiato nulla. I nostri cari diventano numeri, statistiche, non è accettabile. Non sono morti bianche, sono morti volute. Bisogna agire e far si che non accada più”.
“Vogliamo coinvolgere più lavoratori possibile in questa raccolta firme che parte oggi su tutto il territorio nazionale – Cinzia Della Porta, portavoce di Rete Iside onlus tra i promotori dell’iniziativa – In Italia si va a lavorare e non si torna a casa e vengono chiamati incidenti? No, queste sono conseguenze di scelte per tutelare il profitto e non la sicurezza sui luoghi di lavoro. E così non si può andare avanti, bisogna tutelare i lavoratori. Un deterrente per bloccare questo meccanismo riteniamo sia l’inserimento di pene più gravi. Certo, non è l’unico e continueremo a questa campagna con ogni strumento per combattere questa situazione drammatica e terribile che riguarda i luoghi di lavoro”.
Fonte (lanazione.it)